Nel presente saggio, Andrea Filippini accompagna il lettore in un viaggio attraverso le pagine del Nuovo Testamento, in cerca di notizie sull'organizzazione e le attività del Cristianesimo primigenio. La tesi sui generis qui sostenuta riguarda l'esistenza di un "corpo direttivo" centrale e il fatto che le congregazioni locali fossero amministrate in modo collegiale e non episcopale-monarchico, e l’attività di evangelizzazione del primo secolo d.C., mostrando brillanti intuizioni sulla nascita del cristianesimo. Ampio spazio è inoltre dedicato alla descrizione delle funzioni religiose e delle iniziative filantropiche e di evangelizzazione promosse dai primi cristiani.
Attraverso la lettura di fonti cristiane antiche (in primis i vangeli), Filippini pone in diretto confronto lo studio dei testi neotestamentari con pubblicazioni storiche e teologiche contemporanee, preferendo trattare i primi alla stregua di reportages derivanti da testimonianze oculari. Quel che ne deriva è un’opera complessa in grado di svelare aspetti significativi per la comparazione della cristianità moderna con il cristianesimo primitivo.
Giuseppe Liguori, autore della premessa al libro, enfatizza uno dei punti chiave dello studio di Filippini parlando di una “saldatura tra la storia neotestamentaria onesta e quella cattolica delle origini, ridondante e auto-celebrativa”.
Protocristianesimo: il cristianesimo del I secolo alla luce degli scritti neotestamentari rappresenta, quindi, un mezzo utile a navigare nel mare del cristianesimo antico, unendosi così agli studi che, negli ultimi decenni, hanno trattato l’argomento rendendo possibili notevoli passi avanti. L’opera in oggetto si prefigge un obiettivo: arricchire la competenza culturale di chi ama nutrirsi di conoscenza.