Questo volume, che ha già prefazione ed introduzione degli stessi curatori originali, merita una parola di apprezzamento particolare.
Perciò quando i colleghi che ne hanno curato l'edizione italiana mi hanno chiesto se ero disposto a formulare questa presentazione, accettare tale invito è stato per me un onore e un piacere.
È, infatti, un volume straordinario che qui si presenta al pubblico di lingua italiana. È relativamente da poco che nella comunità dei testimoni di Geova degli studiosi presentano i risultati
di ricerche metodiche atte a consolidare certe vedute o credenze, altrimenti considerate delle "stravaganze" tipiche di questo movimento religioso.
È stato soprattutto il bisogno di portare alla luce la (quasi) dimenticata storia dell' enorme coraggio cristiano dei Testimoni di fronte alle violente persecuzioni e sofferenze subite sotto il
nazionalsocialismo hitleriano, il fascismo italiano, il comunismo del dopoguerra che ha contribuito a una nuova serie di studi che toccano un aspetto importante della vita religiosa dei Testimoni.
Questo volume però apre un' altra dimensione. Apre, a livello degli studiosi, una specie di "retroscena" su un aspetto che è ancora in grado di provocare vive discussioni, a volte persino inopportune polemiche.
Si propone di rispondere a domande (o dovrei usare termini più forti come critiche o addirittura attacchi?) sorte dopo che, circa mezzo secolo fa, tra il 1950 e il 1961 i testimoni di Geova pubblicarono
una nuova traduzione delle Sacre Scritture che in seguito divenne la loro traduzione preferita o addirittura "ufficiale". In lingua italiana il volume che conteneva le
Scritture Greche Cristiane (o Nuovo Testamento) della nuova traduzione è stato pubblicato nel 1963, la Bibbia completa nel 1967.
I Testimoni sia prima che dopo hanno pubblicato, stampato, distribuito e usato numerose traduzioni bibliche e la loro fede e dottrina ovviamente non dipendevano né dipendono da una specifica traduzione.
Ma pubblicando una traduzione loro propria si esposero ai critici che sospettavano che il motivo non potesse essere altro che la manipolazione del testo sacro per favorire le interpretazioni caratteristiche dei Testimoni.
Mentre il dibattito riguardava finora l'interpretazione e la fede, ora diventavano dibattute l'arte e la tecnica della traduzione. Il carattere prevalente dell'opera dei Testimoni è però di tipo missionario e pastorale,
ragion per cui la loro organizzazione concentra le attività su tali campi e limita o addirittura evita aspetti solo tecnici.